PIU’ IN ALTO DELLE STELLE

La giovane Caterina incontra una signora muta con una strana maschera che dice di essere la Morte. Sarà vero? Tramite grandi cartelli comunica alla ragazza che è venuta a prendere la sua vecchia nonna, ma Caterina vuole verificare se davvero quella signora sia chi dice di essere e la sfida chiedendole di fare prove divertenti, scioglilingua, indovinelli fino a che, con astuzia, la intrappola in una valigia.

Ma quali saranno le conseguenze di un mondo senza morte? Nessuno può più farla finita, si patisce la fame; mosche, pulci e zanzare si moltiplicano… Gli abitanti del Paese vivono situazioni buffe e surreali perché l’oscura signora non assolve più la sua funzione. Caterina inizierà così ad avere meno paura e comprenderà quanto sia utile e necessaria la morte, quanto sia parte integrante della vita: sono solo due facce della stessa medaglia.

 

I TEMI AFFRONTATI NELLA FIABA

In un periodo come quello che stiamo vivendo abbiamo sentito la necessità di esplorare questo tema per renderlo meno ‘mostruoso’, per sfatare il tabù della morte stessa e affrontarla con nuovi occhi e più leggerezza.

Ci sono venuti in aiuto gli archetipi del creatore e del distruttore, e le nostre ricerche al riguardo, dove la morte viene simboleggiata semplicemente come una figura benevola che ti accompagna nel passaggio inevitabile dal vecchio al nuovo, nella fine di un ciclo e l’inizio di un altro, consapevoli che ‘Nulla si crea e nulla si distrugge’ tutto si trasforma! Proprio come ci insegna la natura che muore ogni anno, in inverno, per poi ritornare, trasformata, a primavera.

Lo spettacolo dunque tratta il tema dell’elaborazione del lutto, dell’accettazione di un cambiamento irreversibile con lievità e comicità – come solo le fiabe sanno fare – ricordandoci che la nonna, morendo, cambierà soltanto forma, partirà per un viaggio in un luogo meraviglioso e che Caterina la nipote, potrà comunque percepirla, sentirla vicina nei sogni, nei ricordi delle esperienze trascorse insieme, negli oggetti che lei possedeva; il vuoto da lei creato è propedeutico alla nascita di qualcosa di nuovo.

Lo spettacolo nasce dalla necessità di accogliere serenamente sorella morte, che tutto trasforma, nella vita. Affrontare la Nera Signora come passaggio e non come fine può offrire nuove chiavi di lettura della vita stessa.

Quali sono le possibilità che ci vengono offerte dalla marionetta portata? I pupazzi vivono il paradosso di attraversare di continuo il confine tra vita e morte; da subito si instaura una relazione tra l’attrice, viva e in carne e ossa, e la marionetta, viva quando viene animata, materia inerte quando l’animatrice l’abbandona. La marionetta può morire davvero, cosa che un attore può solo fingere di fare. Ecco le ragioni per cui abbiamo scelto di esplorare la magia di questo strumento e perché ci sembra tanto adatto per creare un personaggio che trascende la nostra dimensione.







Link al video promo: https://youtu.be/CIo6Cj5Gs_c

Creato e interpretato
da Manuela Chiaffi e Esther Grigoli

Liberamente tratto dalla fiaba popolare britannica Jack and the Death

Linguaggi utilizzati:
Marionetta portata costruita da Michela Marrazzi e teatro dattore

Voci registrate: Nicola Bontempi, Laura Hu

Supporto nei movimenti coreografici: Francesco Bocchi

Scenografie: Martin Glaser, Chiara Marinoni, Rossella Bertolini

Età consigliata: 6+


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